Motivi comuni per i quali si può essere rifiutati dopo un background check lavorativo:
1. Una storia lavorativa non eccellente.
Sebbene le lacune nella storia lavorativa non siano necessariamente motivo di preoccupazione, una continua e prolungata disoccupazione o una serie di lavori di breve durata possono suggerire che un candidato è inaffidabile e non vale la pena di investire su di lui.
Questo, tuttavia, non vale per gli stage, la formazione o il lavoro stagionale, la cui alternanza e brevità sono considerate un vantaggio per le posizioni entry-level.
2. Un curriculum che nasconde bugie o incongruenze.
La disonestà è un enorme campanello d'allarme per i datori di lavoro e può costarti un'opportunità. Se scoprono che hai mentito sulla tua istruzione, sulle tue competenze o sulle tue qualifiche, è probabile che lo scoprano durante un background check, indipendentemente da quanto ben scritto o abbellito possa essere il tuo curriculum.
I datori di lavoro contattano quasi sempre le referenze per verificare i dettagli sui lavori precedenti, come il periodo in cui hai lavorato, e per farsi un'idea delle tue mansioni e della tua etica lavorativa. Allo stesso modo, un background check può anche determinare quando e dove hai conseguito la laurea.
3. Avere dei precedenti penali.
I datori di lavoro, in alcuni casi, possono controllare la fedina penale dei candidati: un elemento importantissimo per determinarne l'idoneità. Tuttavia, a seconda degli standard di assunzione e della gravità del reato commesso, un candidato potrebbe anche essere assunto, purché renda noti i suoi precedenti penali al datore di lavoro.
Detto questo, i reati minori o gli incidenti avvenuti in tempi remoti possono essere trascurati, ma i reati gravi probabilmente ti faranno escludere dalla selezione.
4. Ricevere referenze negative da precedenti datori di lavoro.
Una buona raccomandazione è molto utile per assicurarsi un lavoro. Permette ai datori di lavoro di conoscere meglio il tuo carattere, la tua etica lavorativa e l'idoneità generale al ruolo. Ma cosa succede quando un ex manager parla male di te o ti dà una recensione non proprio brillante? Tutto dipende dall'azienda.
Una sola referenza negativa può non pregiudicare le tue possibilità, ma più referenze negative ti faranno sicuramente escludere dalla selezione. Detto questo, molte aziende tendono a fornire solo informazioni minime come date di inizio e fine contratto di lavoro, titolo e stipendio.
5. Avere una pessima storia creditizia.
Le verifiche della solvibilità vengono di solito effettuate solo per lavori nel settore della finanza e per chi deve gestire grosse somme di denaro. In questi casi, una non brillante storia creditizia è considerata un campanello d'allarme in quanto potrebbe essere segno di incapacità di gestire il denaro in modo responsabile.
6. Non aver superato test antidroga e alcol test.
La richiesta o meno di test tossicologici e di alcol test dipende anche e soprattutto dalle mansioni svolte: alcune di quelle più a rischio sono quelle che richiedono di guidare, lavorare con macchinari o svolgere mansioni altamente tecniche. Se un candidato non supera un test antidroga/alcol, potrebbe diventare un problema per l'azienda.
7. Avere cattivi precedenti di condotta alla guida.
Come per la storia creditizia, i precedenti penali e i test sulle sostanze stupefacenti, la storia di guida viene controllata solo in certe circostanze: in questo caso se il lavoro richiede di guidare. Attenzione, quindi, se si hanno diverse multe per eccesso di velocità, precedenti di guida in stato di ebbrezza o una condanna per guida pericolosa.
8. Avere un'attività discutibile sui social media.
Il controllo dei social media ormai è una pratica abbastanza standard durante un background check lavorativo. È utile per comprendere il carattere di un candidato al di là del colloquio e per valutare l'eventuale condivisione di contenuti offensivi, inappropriati o non in linea con la filosofia e la cultura dell'azienda.
9. Non avere diritto a lavorare legalmente in Italia.
Questo punto riguarda i cittadini non comunitari (extra UE). Per poter lavorare in Italia, i cittadini che non fanno parte dell'Unione Europea hanno bisogno di un permesso di lavoro. È pertanto normale che i datori di lavoro controllino se un candidato abbia tutti i documenti necessari per svolgere un'attività lavorativa in Italia.