Policy sul codice di abbigliamento

La legge italiana regolamenta l’abbigliamento di lavoro in casi quali l’uso di divise o di abbigliamento di sicurezza volto a proteggere l’incolumità del lavoratore. Per gli altri casi, eventuali policy sul codice di abbigliamento variano a discrezione dell’azienda.

Per quanto riguarda le aziende, trattandosi di un insieme di disposizioni che regolano l’abbigliamento, il dress code può variare a seconda dell’ambiente lavorativo e della cultura aziendale. Per quanto molte aziende non richiedano un determinato dress code, i dipendenti sono sempre tenuti ad avere un aspetto presentabile.

• Business formale.
• Business professionale.
• Business casual.
• Casual.

Le linee guida su un abbigliamento decoroso possono variare da azienda ad azienda, tuttavia in linea generale è opportuno evitare abiti sporchi, con segni di usura e dall’aspetto trasandato. Inoltre, è proibito avere un abbigliamento che risulti offensivo e discriminatorio.

Le aziende possono inserire nel proprio regolamento aziendale o nel manuale del dipendente una policy sul codice di abbigliamento, facendolo opportunamente presente nel contratto. Il dress code, infatti, rafforza l’immagine di un’azienda, in particolare nelle interazioni con clienti, potenziali tali e partner commerciali.

La divisa o eventuali policy sul codice di abbigliamento sono obbligatori solo se sono destinati a salvaguardare la sicurezza e la salute del lavoratore.

I dipendenti pubblici sono tenuti a rispettare un codice di abbigliamento decoroso. A seconda della posizione, il loro abbigliamento può essere più casual – ad esempio indossando jeans, camicie, maglioni o abiti dall’aspetto ordinato – oppure possono scegliere un vestiario business con completi formali.